::..##Brigit##..::, Dea eponima della Britannia

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.-°Isis°-.
view post Posted on 1/11/2008, 15:29




Brigit è probabilmente la Dea più importante per i Celti, tanto che la sua figura sopravviverà all'interno del cristianesimo sotto le sembianze di santa Brigitta, badessa di Kildare.
Il suo nome significa eccelsa e altezza e deriva dalla radice indoeuropea Berg, ovvero fuoco.
Già questo fa intuire che Brigit sia una Dea solare, il che non dovrebbe stupire, in quanto sia tra i celti che i germani, il sole aveva nomi femminili.
Un'altra caratteristica che sottolinea la sua caratteristica solare stà nella sua origine paterna; ella è la figlia del Dagda, un'importante Dio solare dei Tuatha de Dannan.
Ciò fa di lei una Dea madre, termine spesso usato per rivolgersi a lei.
Il suo nome, pur con alcune differenze è presente in tutta Europa, dalle isole Britanniche all'Italia, ma è in Irlanda che raggiunge il suo apice.
Viene identificata con le tre Dee che diedero il nome all'Irlanda; Eiriu, Banba e Fotla.
Più spesso viene identificata con tutte le divinità femminili irlandesi, quindi assume le caratteristiche di Boand, Etain, Tailtu, e Airmed; e viene chiamata con tre diversi appellativi: Brigit bè legis, Dea dei guaritori; Brigit bè goibnechta, Dea degli artigiani ed in particolare dei fabbri; Brigit bè filid, Dea della fertilità e della poesia.
Poesia e guarigione rappresentano la classe sacerdotale, gli artigiano la classe produttiva e come patrona dei guerrieri la forza.
In considerazione di ciò, Brigit era patrona di ostetriche e levatrici, delle partorienti, umane e nimali, quindi anche degli animali stessi, patrona dei fabbri, degli artigiani, del focolare, della filatura e della tessitura, della poesia e della medicina, non che della divinazione.
Le donne andavano alle fonti sacre portando delle offerte affinchè potessero rimanere gravide, per poi invocarla al momento del parto affinchè potesse essere senza complicazioni.
Abbiamo detto che era protettrice dei guerrieri, in particolare di quei personaggi eroici che dovevano compiere particolari missioni nell'altro mondo a cui lei è ovviamente legata; spesso associata alle figure della mucca, del serpente e del gallo, creature legate proprio all'altro mondo, anche se queste rappresentazioni sono legate più alla sua figura sotto il cristianesimo, segno inequivocabile della pagana origine della famosa santa; l'animale che in realtà più di tutti gli è legato è il Cigno.
Per sottolineare ulteriormente la sua triplice divinità, i celti erano in uso chiamarla madre, moglie e sorella di tutti, uomini e Dei compresi.
Ovviamente una Dea dal triplice aspetto non poteva non avere tre figli, avuti dall'unione con Tuireann; Bran, Iuchar e Iucharba; che per gli irlandesi sono i tre Dei di Dana, altro espilicito esempio che Brigid è una Dea madre equivalente proprio a Dana.
La sua poliedricità emerge in alcune credenze irlandesi in cui la Brigit aveva il volto diviso in due metà, uno bellissimo e uno orrendo, in grado di scacciare o provocare malattie.
A lei si attribuisce l'invenzione del fischio, utilizzato per chiamare i suoi amici e del lamento, utilizzato per la prima volta da lei per la morte di suo figlio Ruadan.
La festa a lei dedicata è Imbolc che convenzionalmente cade il 1° Febbraio; è una delle quattro feste principali dei celti, detta anche festa dei fuochi per la consuetudine di accendere grandi falò in tali occasioni.
Imbolc è anche detta festa della luce, in quanto segna proprio il ritorno alla luce dopo il buio ed il freddo invernale, la natura in questo periodo incomincia a risvegliarsi.
E' anche la festa del latte in quanto il bestiame incomincia a produrlo, questo è dovuto al fatto che in questo periodo vengono alla luce i cuccioli.
Nel periodo della festa di Imbolc nascono anche i bambini concepiti durante la festa di Beltane; il che rende chiaro del perchè Brigit sia patrona delle nascite.
Brigit, come abbiamo detto, è legata anche alla guarigione, non per niente a lei sono state dedicate parecchie fonti sacre taumaturgiche e questo suo legame sia con l'elemento acqua che con l'elemento fuoco, inteso non solo quello fisico ma anche il fuoco della vita e dell'ispirazione; fa di Imbolc una festa di purificazione.
Molti luoghi a lei sono stati dedicati , citiamo solo la località italiana più famosa; ovvero la Brianza, il cui nome deriva proprio da Brigantia, in cui il suffisso brig significa altura e la brianza è collinare.
Va specificato che con il termine altezza non si intende solo il significato letterario e fisico, ma anche l'energia che dalla terra si concentra ed esplode verso l'alto.

Preghiera per Brigantia

Brigit sei Dea della Pace
porti armonia dove c'è conflitto
porti luce dove c'è buio
porti speranza dove c'è disperazione
possa il tuo mantello coprire coloro che soffrono
e possa la pace finalmente colmare i nostri cuori
e abbracciare il mondo.
Insegnaci ad agire con correttezza
e a rispettare l'intero creato.
Da un punto di vista strettamente storico la dea insulare Brighid, le cui leggende sono tuttora vive nella tradizione orale irlandese, viene descritta negli antichi testi come patrona della poesia e del sapere, dell’arte di guarire e dell’abilità artigianale. Tenendo conto dei mutamenti linguistici, il nome la identifica con Brigantï, latinizzato Brigantia, l’esaltata, dea tutelare della potente tribù britannica dei Brigantes.
Il suo nome ricorre ampiamente in denominazioni di luoghi e fiumi, il che è assai indicativo di un culto diffuso nell’Europa occidentale. E’ assai probabile che Brighid-Brigantï sia da equiparare alla Minerva gallica descritta da Cesare. Sull’argomento è invece più velato il giudizio dello storico irlandese Proinsias Mac Cana: “Cesare non&#nbsp; ci ha trasmesso il nome gallico di Minerva, ma senza dubbio il suo più&#nbsp; lampante equivalente insulare è la dea irlandese Brighid, che compì la&#nbsp; memorabile impresa di diventare badessa (o per lo meno di essere assimilata alla badessa) del grande monastero di Kildare e la più celebre&#nbsp; santa della chiesa irlandese, Brigida.”

Secondo altra fonte Brigindo era la versione Gallica, anche denominata Brigandu.

Altri nomi: Breo Saighead, Brid, Brighid [Irlanda], Brigindo, Brigandu [Gallia], Brigan, Brigantia, Brigantis [Britannia], Bride [Alba]. Breo Saighead, o ” la freccia ardente o la potenza”

È un triplice dea celtica, figlia di Dagda e di sua moglie Bres. Brighid ha tre funzioni che sono:

1) il fuoco dell’ispirazione come patrona della poesia,
2) il fuoco del focolare, come patrona della guarigione e della fertilità
3) il fuoco della forgia, come patrona dei fabbri e delle arti marziali.

Nelle ricerche sui Celti, sulle loro credenze, le pratiche e la religione, affrontiamo un certo numero di difficoltà.
Gli antichi Celti non hanno scritto niente essi stessi circa la loro religione e dobbiamo contare su altre fonti - gli autori classici di Roma e della Grecia, gli scrivani cristiani che hanno registrato le storia ed i miti, le prove archaeologichel e il folclore.

Tuttavia esaminare queste fonti è come prendere in mano un mucchietto di sabbia e guardarlo sparire fra le nostre dita. Dobbiamo ricordare che gli autori classici avevano il loro proprio punto di vista nel ritrarre le genti che avevano conquistato come barbari per giustificarsi che non sempre hanno capito le credenze e le abitudini dei Celti ma tendevano ad interpretarle facendo riferimento alle loro proprie credenze. Gli scrivani cristiani non conoscevano sempre i miti e avevano il loro interesse a promuovere la christianità. Per quanto riguarda l’archeologia, questo dipende da che cosa è sopravvissuto ed è stato trovato - ci sono zone dove niente è conosciuto. Inoltre la prova archeologica deve essere interpretata dagli esperti che, come gli autori classici, a volte hanno fatto errori di interpretazione secondo i preconcetti della loro propria cultura. Nel passato, per esempio, scheletri trovati con monili sono stati classificati come femminili perché nella società degli archeologhi soltanto le donne portavano gioielli.
Anche se il folclore in molti casi riflette credenze e pratiche antiche, è virtualmente impossible dire con la certezza quali aspetti siano antichi e quali posteriori.

Questa mancanza di prove è, in un certo senso, coerente con qualcosa che sappiamo dei Celti: che essi hanno vissuto a loro agio con le ambiguità e una mancanza di fatti dichiati. Un testo di Diodoro Siculo (8 BC) sui Galli dice che “nella conversazione usano poche parole e parlano per enigmi.” Anche se è possibile che Diodorus, provenendo da un’altra cultura, non fosse semplicemente uso alle indicazioni verbali e non-verbali dei galli, c’è una prova che dà peso alla sua osservazione. Sappiamo che gli enigmi sono una parte importante nei racconti celtici e che i poeti erano detti per possedere una lingua ‘oscura’ che la persona ordinaria non poteva capire. Molti nomi celtici possono essere interpretati in due sensi. E ancora, molta dell’arte celtica è astratta; le forme cambiano una nell’altra, uccelli, a animali e esseri umani le cui forme si intrecciano e confondono con i complessi disegni delle linee e del fogliame.
Le lingue celtiche, uniche fra quelle degli Indo-Europei, presentano mutazioni nelle parole in modo che parole con lo stesso significato in determinati contesti, in determinati rapporti con altre parole, cambino o spostino la loro forma e suono.
La poesia fa molto uso di alliterazioni e di assonanze che danno collegamenti fra le parole i cui significati non sono collegati.

Tutto questo sembra suggerire fondamentalmente che i Celti stessi vedessero la realtà come profondamente collegata, non soltanto nei sensi evidenti o logici. La realtà potrebbe cambiare e spostarsi nello stesso modo che nelle poesie, in cui alcuni esseri mutano la loro forma in quella di altri esseri e nello stesso senso in cui le figure nell’illustrazione cambiano e si trasformano l’una nell’altra.
Il mondo intorno a loro era così in una condizione altamente potente e magica, le relative parti avevano un rapporto dinamico, sempre sulla soglia fra esistenza e del non esistenza.
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Le divinità del pantheon celtico non sono mai astratte o mitologiche, ma sono sempre inseparabili dalla vita quotidiana. Nel caso della dea Brigid, il fuoco dell’ispirazione, come nella poesia, e il fuoco della forgia sono visti come identici. Non c’è separazione fra i mondi interiore ed esteriore.
 
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